Cerimonia di divorzio

Come terminare al meglio una relazione: la cerimonia di divorzio

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La figura del celebrante e della celebrante laico-umanista è relativamente nuova in Italia; tuttavia, negli ultimi anni, questa figura professionale sta prendendo piede e sono sempre di più le coppie e le persone che si affidano a lei per celebrare un momento importante di passaggio della propria esistenza. Tra questi un momento fondamentale è la cerimonia di divorzio.

Celebrare i momenti di passaggio

Numerosi e di varia natura sono questi momenti di passaggio che è possibile celebrare: un battesimo – o come si preferisce dire – una cerimonia di benvenuto per un nuovo arrivo in famiglia, un matrimonio simbolico o, laddove desiderato e possibile, una unione con piena valenza legale, allorché alla figura del celebrante si affida la delega da parte delle autorità preposte; una unione civile (vera e propria conquista di una società che voglia definirsi ed essere accogliente e inclusiva a tutti gli effetti), una cerimonia di commiato (il cosiddetto funerale laico) oppure una cerimonia Ad Memoriam, momento di commemorazione di chi non è più con noi da tempo e che desideriamo ricordare in un momento o data particolare dalla sua dipartita.

E poi cerimonie di nascita e rinascita di vario tipo, come, per esempio, tutte quelle legate al ciclo di vita, di sviluppo e di crescita al femminile, dalla nascita (di un figlio o una figlia e, allo stesso tempo, alla nascita di una madre), all’affacciarsi all’età adulta con l’arrivo del menarca, ai cerchi tra donne, momenti di forte legame tra donne e di profonda sorellanza, spesso in occasione del solstizio d’estate, momenti che sono diventati veri e propri appuntamenti fissi di vari gruppi di amiche. Passando poi per il rinnovo della promessa matrimoniale, al fine di consolidare a distanza di pochi o tanti anni la volontà di proseguire il cammino di vita insieme, mano nella mano, come all’inizio della relazione d’amore oppure l’inizio di un amore con il conseguente “fidanzamento”, che, anche se può apparire un pochino arcaico, in realtà, è un momento molto sentito dalle coppie, che ricercano sempre di più luoghi particolari e simbolicamente significativi per scambiarsi tale promessa di futura unione e amano farsi consigliare dalla figura del celebrante le modalità più personalizzate e, talvolta, eccentriche per mettere in atto questo loro rito privato.

La cerimonia di divorzio come inizio di una  nuova vita

E poi capita che un amore finisca e… cosa si fa in un momento del genere, che, senz’altro, anche nelle più rosee delle ipotesi, è un momento di passaggio che porta con sé sentimenti ed emozioni di abbandono, fallimento e tristezza? Anche in una situazione del genere, quando due persone decidono di lasciarsi e di divorziare, si può accarezzare il pensiero di “festeggiare”, o meglio, di celebrare quanto accaduto?

Se lo chiedete a una celebrante laico-umanista come la sottoscritta, ebbene, la risposta è: “Sì, anche in un momento di profondo dolore e senso di smarrimento, è possibile, anzi, è auspicabile, se non addirittura salvifico, prendersi tempo, spazio ed energie per riflettere su quanto accaduto e pensare a un modo su come poter superare tale dolore, al fine di elaborarlo e di poterlo trasformare in qualcosa di “Bello”, che ci aiuti a evolvere nel nostro percorso di vita.

La mia esperienza come Celebrante di divorzi

Come celebrante laico-umanista ho aiutato tante persone in questa fase delicata e dolente della propria esistenza. E l’ho fatto nei modi più svariati, perchè chi si rivolgeva (e si rivolge) a me, arriva con uno zainetto di sofferenza e con un bagaglio di esperienze così differenti e uniche, che uniche e diverse devono essere anche le modalità per “celebrare” tale evento, per organizzare la cerimonia di divorzio.

Premetto che, nella mia esperienza di celebrante di divorzi, capita che si rivolgano a me più le donne che gli uomini, perchè – e lo dico in base alla mia personale esperienza – sembra siano proprio loro a beneficiare della separazione e del divorzio dal coniuge, non sempre e non tanto a livello economico, quanto più a livello spirituale e psicologico. La cerimonia di divorzio quindi per festeggiare un nuovo inizio, una nuova vita.

Cerimonia di divorzio come purificazione

Quello che infatti, spesso andiamo a celebrare in tali cerimonie è il rinnovato senso di libertà che la donna può ora sperimentare: il ritrovato (o conquistato), potere decisionale, la fine di una sudditanza psicologica che, spesso, ancora troppo spesso, agisce nella coppia in modo subdolo e devastante, ingabbiando la donna, o comunque il partner più debole economicamente e/o culturalmente, in un ruolo, che spesso diventa una prigione dalla quale diventa quasi impossibile affrancarsi. E allora ben venga una cerimonia di divorzio in cui si mettono tutte le carte in tavola (e lo si fa davvero, usando bigliettini su cui entrambe le parti scrivono parole, situazioni, bugie subite dall’altra parte e delle quali vogliono liberarsi), le pongono in modo plateale o nascosto (questo dipende dalla sensibilità delle persone coinvolte) su un tavolino, le appallottolano, le gettano in una sorta di piccolo contenitore dentro il quale ognuno e ognuna può procedere ad accendere un piccolo fuoco e poi si da fuoco alle palline in esso contenute. Guardare la fiammata che si sprigiona da tutte le “palle” di carta (palle che simboleggiano ben altre “frottole”, per usare un eufemismo), e vedere la fiamma purificatrice che da essa si sprigiona possiede un potere catartico e liberatorio indescrivibile. Alla fine rimane solo cenere; cenere inoffensiva che si può scegliere di disperdere in un luogo particolare, sia esso un fiume che porta al mare o un bosco pieno di alberi. Oppure si può decidere, una volta per tutte, di seppellire quello che resta nella terra, magari portandoci sopra un fiore dal significato emblematico.

Di solito questo rito (ed è solo uno dei tanti che mi è capitato di celebrare con le coppie in occasione di una cerimonia di divorzio) funziona molto bene e la coppia riesce pure a terminare la cerimonia di divorzio con un bel brindisi ben augurale, esteso a parenti, amiche e amici e, talvolta, i nuovi partner.

Laddove questo non accada e sentimenti di rabbia e vendetta a seguito del divorzio abbiano ancora il sopravvento all’interno della coppia, mi faccio da parte, come celebrante mi astengo da fomentare ulteriore ostilità e mi limito a suggerire percorsi alternativi di cura di sé, dallo yoga, alla meditazione trascendentale a sane passeggiate nella natura.

Anche una buona terapia psicologica può senz’altro aiutare.

A quel punto, terminate le sedute di psicoterapia, avremo un ulteriore motivo per celebrare…

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