La sologamia, o il matrimonio con se stessi, è una pratica contemporanea che ha suscitato e continua a suscitare molte discussioni e riflessioni sulla natura dell’amore e dell’auto-accettazione. In un mondo in cui il concetto tradizionale di matrimonio è in costante evoluzione, la sologamia rappresenta un atto di celebrazione dell’individuo e dell’amore verso se stesso.
Oggi sposo me stessa.
Oggi, in virtù dell’amore e dell’amor proprio, mi prometto eterna fedeltà; prometto che non mi lascerò mai sola; prometto che sosterrò me stessa nella gioia e nel dolore, in ricchezza e povertà, in salute e in malattia. Tutti i giorni della mia vita.
E l’ho fatto perchè prima di amare profondamente un’altra persona, bisogna amare se stessi.
Ma dove nasce questa pratica di cui si parla sempre più spesso?
Qualche cenno storico sulla sologamia: Giappone e India
In Giappone sposare se stessi è una pratica che esiste da decenni e trae la propria origine da una filosofia intimista che proclama come fondamento importante di vita la cura di sé e del proprio benessere interiore. E sono soprattutto le donne a coltivare tale pratica, tanto che sono nate alcune agenzie di wedding planner e consulenti che propongono pacchetti per matrimoni di self-wedding, sologamia.
Anche in India si ricorda il primo caso di sologamia, quando Kshama Bindu, una giovane ventiquattrenne, ha deciso di sottrarsi a ogni consuetudine tradizionale in fatto di matrimonio, fosse cerimonia d’amore o nozze combinate, per sposare se stessa e promettersi eterno amore secondo le tradizioni induiste del suo Paese.
La Sologamia nel mondo occidentale
In alcune celebri serie televisive, quali Sex and the City o Glee, l’idea di sposare se stessi era già presente nei primi anni del 2000, ma, forse, più come provocazione e gesto plateale per rivendicare la propria libertà e autonomia che come pratica reale. Nel 2015, invece, a Brighton, Sophie Tanner, single britannica decisa a manifestare la propria autenticità e coerenza di vita, decide di sposare se stessa e di celebrare il proprio matrimonio da favola, ponendo così la prima pietra di un tempio che sta crescendo, senza fretta ma senza tregua.
E in Italia?
Il primo caso di Sologamia in Italia si registra due anni dopo, il 9 settembre del 2017 quando Laura Mesi, istruttrice fitness di trentotto anni, decide di non voler più stare ad aspettare l’arrivo del principe azzurro e prende in mano la situazione. Laura celebra la propria cerimonia di matrimonio con se stessa e pronuncia la promessa più importante di tutte: amare ed essere fedele a se stessa, ogni giorno della sua vita, perché, come recitano le parole che ha voluto come frase d’ispirazione sulle bomboniere che ha regalato ai propri invitati: “Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta la vita”.
E come non essere d’accordo?
Ma quale è il vero valore di questa pratica e cosa significa sposare se stessi?
La Sologamia: auto-accettazione e auto-amore
La Sologamia pone l’accento sulla necessità di imparare ad amare se stessi incondizionatamente. Molti di noi crescono con insicurezze e dubbi, spinti dalla pressione sociale e dalle aspettative degli altri. Sposarsi con se stessi è un atto di auto-accettazione, un impegno a riconoscere il proprio valore e a trattarsi con lo stesso amore e gentilezza che riserveremmo a un partner romantico.
Autonomia e indipendenza emotiva
La Sologamia è spesso vista come un segno di indipendenza emotiva. Troppo spesso, basiamo la nostra felicità e il nostro senso di realizzazione su relazioni con gli altri, dimenticando che la relazione più importante che abbiamo è con noi stessi. Sposarsi con se stessi implica l’impegno a cercare la felicità all’interno di sé e a non dipendere da un partner per sentirsi completi.
Celebrazione della propria individualità
La Sologamia celebra l’individualità. Ogni persona è unica, con i propri sogni, desideri e aspirazioni. Sposarsi con se stessi è un modo per onorare questa unicità e per affermare che siamo degni di amore e rispetto, indipendentemente dalle aspettative della società o degli altri.
La Sologamia come crescita personale
La Sologamia può essere vista come un impegno costante per la propria crescita personale. È un’opportunità per riflettere su chi siamo, cosa vogliamo dalla vita e come possiamo diventare la migliore versione di noi. Questa pratica promuove la consapevolezza di sé e l’auto-miglioramento.
Sovrani della propria felicità
Sposarsi con se stessi significa diventare sovrani della propria felicità. Non si tratta di rifiutare il concetto di relazioni romantiche o di isolarsi dal mondo, ma di affermare che la felicità non dovrebbe dipendere da nessun altro all’infuori di noi stessi. È un impegno a cercare il benessere emotivo indipendentemente dalle circostanze esterne.
Una dichiarazione di intenti
La Sologamia è anche una dichiarazione di intenzioni. È un impegno pubblico e personale a vivere una vita basata sull’amore, l’auto-accettazione e il rispetto per se stessi. Questa dichiarazione può essere fonte di ispirazione per gli altri e può sfidare le aspettative sociali legate al matrimonio.
Un’opportunità unica e straordinaria
La Sologamia rappresenta un’opportunità unica per celebrare l’amore più grande: l’amore verso se stessi. È un atto di auto-accettazione, di indipendenza emotiva e di celebrazione dell’individualità. Questa pratica offre l’opportunità di crescere personalmente, di diventare sovrani della propria felicità e di fare una dichiarazione di intenzioni sulla vita che si desidera condurre. La Sologamia può non essere per tutti, ma ci insegna una lezione preziosa: che il nostro rapporto con noi stessi è il fondamento su cui costruiamo tutte le altre relazioni nella nostra vita.
Sologamia: come celebrarla con una cerimonia da favola
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