Manifestazione LGBTQIA+

Unioni civili e arcobaleno LGBTQIA+

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Nella mia attività di celebrante laico-umanista (e ci tengo a sottolineare, ancora una volta, l’aggettivo “umanista”, perché a prescindere dall’ orientamento sessuale, dall’identità di genere, dal sesso biologico o dal ruolo di genere, siamo tutte, tutti e tuttu appartenenti al genere umano), ebbene, nello svolgimento della mia bellissima professione ho avuto l’opportunità di conoscere tante storie di vita e di celebrare l’amore, anche in cerimonie LGBTQIA+, in tutte le forme in cui questo mi si è presentato di volta in volta.

Ed è stata − ed è sempre − una esperienza straordinaria.

A volte le storie d’amore che ascolto dalle coppie e che poi narro durante la loro cerimonia  sono storie che scorrono tranquille e senza particolari ostacoli, se così possiamo dire, fermo restando che in ogni storia d’amore che coinvolga davvero i protagonisti a livelli profondi e totalizzanti del loro essere è quasi un ossimoro abbinare l’aggettivo “tranquillo” al sostantivo “amore”; l’amore non è mai tranquillo, o almeno non sempre, laddove una relazione sentimentale voglia vincere la sfida del tempo e della quotidianità, a maggior ragione se rompe gli schemi mentali standard con una unione LGBTQIA+.

Fatta questa premessa, ho incontrato, e incontro sempre più, con mia grande gioia, storie molto più burrascose, non tanto a causa dei caratteri e dei temperamenti delle parti coinvolte, bensì per il contesto sociale e culturale, ancora estremamente omofobo, che imprime a fuoco un marchio di disprezzo e condanna sulla fronte di tutte e tutti coloro che non si inseriscono nel binario noto e rassicurante del “maschio” e della “femmina” e che invece ruotano nella sfera LGBTQIA+.

Analizzare i motivi e la storia di tale pregiudizio legato alla sfera così intima e personale dei sentimenti e alla vita interiore di ciascun individuo sarebbe molto lungo e impegnativo, tuttavia, possiamo fare chiarezza sul significato dell’acronimo LGBTQIA+ e condividere qualche riflessione su come, nella mia attività di celebrante laica, sia necessario riservare molta attenzione e grande sensibilità al modo di porsi e al linguaggio da utilizzare in cerimonie che abbiano come protagonist* individui che si identificano in una di queste “definizioni”.

Ritengo importante “tradurre” l’acronimo LGBTQIA+ non per dare etichette in qualche modo riduttive o per farcire il discorso con termini ghettizzanti, bensì per usare e divulgare parole che ci aiutino a conoscere, riconoscere e comprendere le differenze esistenti nel panorama così vario e straordinario dell’essere umano, dando pieno diritto a realtà e a vissuti esistenziali di tante persone che, per troppo tempo (e ancora oggi) sono invisibili o, addirittura, costrette a nascondersi, poiché perseguitate e ghettizzate dalla Società.

Con l’acronimo LGBTQIA+ facciamo riferimento alle persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer e + in generale, a tutte e tutti coloro che non si identificano e non si sentono pienamente rappresentat* dalla definizione “donna eterosessuale” o “uomo eterosessuale”; oltre a tali individualità, chiamiamo le famiglie LGBT+ (o “arcobaleno”) quei nuclei familiari in cui almeno una figura genitoriale si identifichi in una delle categorie sopra elencate.

Un matrimonio “arcobaleno” è, per definizione, un momento di unione profonda all’insegna della pace, dell’armonia e della speranza; una sfida coraggiosa affinchè ognuna e ognuno di noi possa esprimere in piena libertà la propria natura di essere umano e vivere tale unicità in una società che sia pronta (e felice!) di accogliere e valorizzare tale unicità. Al tempo stesso un matrimonio arcobaleno è una battaglia di civiltà, necessaria, per fare uscire dal Limbo dell’invisibilità e della vergogna tutte e tutti coloro che ancora vivono la propria intimità e sensibilità come un bagaglio ingombrante da tenere nascosto.

Nelle mie cerimonie arcobaleno il sentimento che pervade tutto lo svolgersi della celebrazione è quello della gioia, del sorridere alla vita ammirandone i colori splendidi e differenti che la Natura ci offre. Una cerimonia arcobaleno è come essere in un giardino variopinto e muoversi con stupore e gratitudine nello scorgere un fiore mai osservato prima, una sfumatura mai vista, ma che riempie di bellezza i nostri occhi e i nostri cuori.

Una cerimonia arcobaleno è l’inizio di un cammino insieme, che coinvolge non solo gli sposi, ma anche l’intera comunità e la società tutta; un invito a guardare il cielo, osservare tutti i colori che quel fantastico arco variopinto ci regala e mettersi in cammino, tutte, tutti e tuttu (o tutt*, come si preferisca scrivere), verso una meta e un traguardo comune e condiviso.

Poco importa che ai piedi dell’arcobaleno ci sia davvero la pentola magica colma di monete d’oro: il cammino è la meta.

E, come disse in modo mirabile il grande scrittore Italo Calvino:

Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.

E noi questo mondo lo vogliamo cambiare, anche con le nostre Cerimonie Arcobaleno.

Come Celebrante laica mi impegno ogni giorno per rendere il pezzettino di mondo di cui faccio parte e in cui vivo, un luogo migliore, più accogliente e rispettoso delle differenze (non solo di genere).

Proprio per questo, ho deciso di celebrare il prossimo 19 ottobre 2023, lo “Spirit Day”, ovvero la Giornata Internazionale per sensibilizzare contro il bullismo omotransfobico, con un regalo alle coppie LGBTQIA+ che vorranno celebrare il proprio matrimonio in quella data con me come loro celebrante.

Per saperne di più e approfittare di questa offerta, venite a trovarmi sul portale Zankyou e visitate la mia pagina: https://www.zankyou.it/f/la-tua-cerimonia-801043

Scaricate la promozione e mandatemi un messaggio: sono a vostra disposizione per una video call senza impegno per organizzare la vostra cerimonia all’insegna dei colori, della speranza e dell’Amore.

Vi aspetto. Insieme possiamo fare la differenza!

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